Dio e il piccolo bruco


Una favola per pensare con il cuore



C'era una volta un piccolo bruco che, un po' annoiato, si addormentò. Nel sogno gli apparve Dio, con il suo caldo sorriso.

Dio gli disse: “Svegliati piccolo bruco, svegliati, cosa stai facendo qui tutto solo, chiuso nel tuo bozzolo di seta, svegliati! E’ giunta l’ora di cambiare, di diventare farfalla, di nascere ad una nuova vita. Svegliati, è Natale!”

Il piccolo bruco, per nulla intimorito da Dio disse: “Cosa vuoi che capisca io del Natale, sono solo un piccolo bruco, queste sono cose che non possono interessare ad uno come me. Dai, lasciami dormire, che ho tanto sonno”.

A quel punto Dio gli disse: “E’ proprio qui che ti sbagli, il Natale non è una festa per persone o animali intelligenti, ma è l’opportunità che voglio offrire ad ogni essere vivente per rinascere a se stesso in una forma nuova e più bella!”

E il piccolo bruco: “Senti, se proprio lo vuoi sapere, non ho alcuna voglia di uscire di qui, perché io fuori nel mondo non ci voglio andare”.

“Ah no?” rispose Dio.

“No! No! E poi ancora no!!!” disse il piccolo bruco.

E Dio: “Scusami piccolo bruco, non ti capisco. Io sono qui ad offrirti la vita, la tua trasformazione, la verità del cuore e della vita con tutti i suoi sentimenti, le sue passioni, le sue gioie e i suoi dolori. Ti sto offrendo di essere libero da questo bozzolo che ti oscura la vista e rende il tuo cuore tiepido. Senti, il battito del tuo cuore, si ode appena! Ti sto offrendo di sentire il tuo cuore come una forza viva, pulsante per odio o per amore, per gioia o sofferenza, il tuo cuore sarà vivo!”

E il piccolo bruco: “Ascolta, ti ringrazio tanto, ma in realtà, non ho alcuna voglia di cambiare”.

“E perché?”

“Perché ho tanta, tanta paura” disse il piccolo bruco.

“Di che cosa hai paura piccola creatura? Dimmelo”.

“Vedi, io un giorno sono venuto al mondo era un giorno di sole ed era bello. Ho sentito la gioia della vita nel mio piccolo e semplice cuore, mi sono crogiolato al sole e ne ho sentito la carezza sul mio corpo. Ho pensato che fosse questa la vita e per un po’ sono stato felice. Poi però mi sono detto che forse avrei dovuto vedere cosa ci fosse intorno a me e così sono uscito dalla mia tana, la mia calda e sicura casetta. Ebbene, non l’avessi mai fatto!”.

“E perché?” incalzò Dio.

“Perché? Proprio tu hai il coraggio di chiedermi il perché? Perché come sono uscito, ho visto tante cose, tanti esseri che si muovono frenetici, che non si interessano assolutamente delle piccole creature come me! Non pensano che a loro stessi, alla carriera, alla loro vita e benessere, correndo come impazziti senza guardare dove mettono i loro grandi piedi. Sai quanto ci mettono a schiacciare un piccolo e tenero brucotto come me? Se proprio lo vuoi sapere, mio caro Dio, come sono uscito ho avuto tanta paura, paura di essere sopraffatto da uno di qui grandi pedi e allora sono scappato e sono fuggito lentamente, così come il corpo che mi hai dato mi può permettere e mi sono fatto ancora più piccolino per occupare meno spazio e tremante di paura mi sono cercato un posticino, all’ombra, più nascosto possibile, sperando di sfuggire a questo mondo che mi fa paura” disse il piccolo bruco.

”E poi, continua, cosa è successo?” continuò Dio.

“Cosa è successo? Mentre stavo lì, tutto impaurito di questo mondo distratto e crudele, mentre me ne stavo lì, tutto piccolo nel mio spazio, ho iniziato a sentirmi tanto solo e questa solitudine, questa incomprensione, mi ha fatto ancora più male, ancora più paura. Mente il dolore e la paura mi bloccavano il cuore e mi smorzavano il respiro, ho iniziato a sentire tanto freddo”.

“Hai avuto freddo perché eri nell’ombra” disse Dio.

“Ma dovevo starci, lo capisci? Altrimenti mi avrebbero visto, schiacciato o mangiato. Cos’altro potevo fare? Ho avuto tanto freddo e poi, piano piano, mi sono accorto che avrei potuto proteggermi con un filo di seta, un filo sottile, leggero, ma che progressivamente, lentamente, ho tessuto tutto intorno al mio corpo, per proteggerlo dalle intemperie e da qui piedi così grandi. Poi quando ho finito, mi sono accorto di essere rimasto chiuso dentro. Il freddo non è passato e mi sentivo ancora più solo. Allora, per non sentire la paura, ho preferito addormentarmi, calmare il mio cuore nel sonno e non pensarci più”.

E Dio: “Ma io adesso vengo ad offrirti una trasformazione! Un paio di bellissime ali, che ti porteranno più in alto di qui grandi piedi, e che ti faranno vedere come in realtà tu non sei solo, anzi! Tu in questo momento sei circondato da una miriade di altri bozzoli di seta che come te contengono cuoricini spaventati, impauriti, raffreddati. Io voglio offrirti la trasformazione, voglio offrirti la capacità di volare e di vedere”.

“Ma io, in questa trasformazione, proverò dolore?” chiese il piccolo bruco.

“Certamente, questa è la vita” rispose Dio.

“Ma tu, puoi assicurarmi che non avrò paura di volare?”

“Assolutamente no! Non posso prometterti proprio niente. Questa è la vita!”

“Ma tu pensi che incontrerò ancora il freddo e la paura?” chiese ancora il piccolo bruco.

“Certamente, questa è la vita, ma avrai anche ali di farfalla per volare, occhi per vedere, un cuore per sentire, un’anima per capire. Avrai paura, proverai dolore, potrai sentirti solo, ma saprai anche accorgerti di quante farfalle ti stanno volando intorno, proprio in questo momento, anche se tu, chiuso qui dentro, non le puoi né vedere, né sentire. Sentirai il tuo cuore gioire per un tramonto, per un battito di ali, per una gioia sincera, per un amore vero. Saprai anche di avere paura, paura di perdere tutto, paura di incontrare il dolore, paura di morire al termine della vita” disse così Dio.

“Le tue parole mi fanno ancora più paura. Non sarebbe forse più semplice che ti mi lasciassi qui, chiuso, a sonnecchiare nel mio bozzolo? Il freddo sta lentamente spegnendo il mio cuore e io, forse, mi addormenterò e morirò senza neanche accorgermene” rispose il piccolo bruco.

“Piccola creaturina spaventata, credi forse di soffrire di meno, rimanendo qui, da solo, in questo nulla? No, anima mia, non è così. La vita che offro può essere difficile, è vero, ma essa contiene tutto l’arcobaleno di colore e di emozioni che possono arricchire la tua anima quando le tue ali di farfalla avranno terminato il loro compito. La gioia, il dolore, l’odio, l’amore, la salute, la malattia, tutto fa parte del mondo e se il tuo piccolo cuore spaventato ti farà rimanere qui chiuso, bozzolo in mezzo ai bozzoli, cosa altro ho da offrirti io, Dio, se non la vita? Ma ora scegli, piccola creatura, perché come te, tanti altri non vivono, tanti altri non vedono, tanti altri soffrono senza sapere di soffrire e io ti assicuro che non so come aiutare chi non vuole aiutare se stesso! Troppi cuori sono chiusi e come te non vedono che un colpo di vento li ha depositati proprio là, in mezzo a quella via dove corrono quei grandi piedi, anch’essi chiusi, nelle loro scarpe grandi, nella speranza di arrivare, nella fuga da se stessi e presto o tardi, se tu rimani qui, in questa via, senza un paio di grandi ali che sono pronto ad offrirti, presto o tardi, anche tu, piccolo bruco, ne verrai schiacciato” continuò Dio.

“Tu non mi stai offrendo la felicità assoluta, vero? Tu non mi stai offrendo la sicurezza, vero? Tu non mi puoi garantire il futuro, vero? Dimmi Dio, è vero?” chiese spaventato il piccolo bruco.

“No” rispose Dio.

“Io ti sto offrendo la trasformazione che come tutte le trasformazioni ti farà del male. Sentirai le tue ali spuntare lentamente dal tuo corpo e proverai dolore quando il guscio si romperà. Proverai la gioia di volare e vedere che non sei solo. Proverai emozioni e quando crederai di aver compreso la vita, la verità della vita, all’improvviso il tuo cuore capirà che la vita, non va compresa, ma va vissuta!”.

Fonte: SpazioSalute/Marzo 2012

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